Lowa Zephyr Desert Mid

Le calzature Lowa sono famose e apprezzate in tutto il mondo sia dagli appassionati degli sport all’aria aperta che dal personale militare che li indossa nei vari teatri operativi.
Il modello Zephyr Desert è adatto ad ambienti desertici perchè leggero e traspirante, senza però tralasciare la robustezza e la protezione dei piedi. Questi sono i punti a favore di una calzatura che spopola tra gli “addetti ai lavori” (Tuscania e Lagunari solo per nominarne due, oltre a singoli operatori di altri reparti) in zone calde del mondo. Sono calzature davvero comode, morbide e pratiche e con un design moderno che si discosta dai classici modelli.

Il taglio degli Zephyr Desert Mid è molto confortevole, lascia un’ottima libertà al piede mantenendolo comunque protetto. E’ disponibile anche una versione con inserto in Goretex e una versione più alta, che fascia maggiormente la caviglia.

Il disegno della suola “Lowa Cross” garantisce un ottimo grip su diversi tipi di terreno. Tende a trattenere il fango, ma in maniera limitata.

Nessun particolare è lasciato al caso, in questi Zephyr Desert. Cuciture doppie e rinforzi nei punti di maggior stress nella calzatura. Le applicazioni in materiale plastico sui lati e alle estremità sono davvero utili per aggiungere un ulteriore grado di protezione alla calzatura e le conferiscono un aspetto molto accattivante.

Black Palm T-Shirt

Black Palm è un brand americano che, oltre a commercializzare t-shirt e altri capi di abbigliamento, porta avanti una “filosofia”, un modo di pensare che trovo davvero affascinante. Il loro slogan, da cui deriva anche il nome, è “get your hands dirty”, il messaggio che vogliono trasmettere è che bisogna darsi da fare, rimboccarsi le maniche, sporcarsi le mani per avere dei risultati. E questo è vero in ogni ambito della nostra vita.
La t-shirt di queste foto è il modello Logo in colorazione Asphalt che mostra lo stesso disegno davanti e, in formato più piccolo, sulla spalla sinistra. Le doppie cuciture assicurano una buona resistenza a questa maglietta che all’interno riporta una spiegazione del marchio:
The Black Palm brand is dedicated to the human spirit and the essence of higher resolve. Black Palm embodies the elite group within the group; a connectedness defined by a unique desire to see all worthy tasks thru to the end. We celebrate hard work and individual dedication to the ultimate goal. The Black Palm brand symbolizes the willingness to ‘get your hands dirty’ and the commitment to the ‘all in’ mentality.
Da non dimenticare  che il sito Black Palm supporta la  “Special Operations Warrior Foundation”

Field trick #1 – Mimetizzare un’ottica

Inauguriamo con questo post una serie di trucchi e suggerimenti utili sia per chi si trova ad agire in ambito tattico/militare che per i semplici appassionati di vita all’aria aperta. Piccoli trucchi che però possono semplificarci molto le cose e migliorare le nostre conoscenze.
Se avete anche voi suggerimenti da pubblicare, mandate una mail all’indirizzo snipersealmail@gmail.com.

Mimetizzare uno spotting scope
Spesso, il team sniper/spotter, deve appostarsi in una posizione nascosta da cui poter osservare l’attività nemica. Oltre alla mimetizzazione personale, perciò, deve essere posta grande attenzione anche alla mimetizzazione del proprio equipaggiamento.
Talvolta viene sottovalutata la parte frontale dell’ottica (sia che si utilizzi uno spotting scope oppure dei binocoli) quando invece questa è quella che più facilmente può essere individuata dal nemico perchè rivolta nella sua direzione. Ricordate che in natura è difficile trovare un perfetto cerchio nero!

Nella foto qui sotto abbiamo posizionato uno spotting scope su un cavalletto. Senza alcun tipo di mimetizzazione, naturalmente, è perfettamente individuabile.

Abbiamo provato quindi a posarci sopra una sciarpa a rete. Meglio di prima, ma il cerchio frontale della lente è ancora piuttosto visibile e innaturale.

Il passo successivo è stato quello di prendere una face mask, fatta di una retina a maglie sottilissime, e di provare a nascondere con quella la lente.
Il risultato è ottimo, la forma che prima saltava subito all’occhio adesso è ben mimetizzata!

L’ultimo passo è stato quello di mimetizzare il resto dello spotting scope (la parte posteriore) con la sciarpa a rete di prima. Questo sistema può essere utilizzato con uno spotting scope, dei binocoli, una macchina fotografica… E’ un sistema veloce ed efficace, porta via pochissima luminosità e l’immagine perde molto poco in nitidezza.

Klymit Inertia XFrame

Alla ricerca di un materassino leggero e compatto, da aggiungere all’equipaggiamento del mio zaino, mi sono imbattuto nel sito della Klymit, azienda statunitense che propone prodotti molto interessanti per lo sport e l’attività all’aria aperta. In particolare, il prodotto che ha attirato la mia attenzione, è stato il materassino Inertia XFrame pubblicizzato come il più leggero al mondo.
L’idea alla base di questo prodotto è quella di dare supporto al corpo nei punti di contatto col terreno (testa, spalle, vita, ginocchia e piedi) togliendo però il materiale “in più” rendendo in questa maniera molto più leggero il materassino. Gli spazi vuoti creati in questa maniera, inoltre, creano delle sacche d’aria isolanti. Nel catalogo della ditta esiste anche una seconda versione, chiamata “Recon” che differisce da quella in queste foto per la colorazione Coyote/Sand. Nel sito della Klymit sembra sia stato “approvato” dai ragazzi della Delta Team.

Il materassino, con gli accessori assieme al quale viene venduto (sacca per il trasporto, kit di riparazione, pompa) è più piccolo di una borraccia Nalgene.

Per gonfiare il materassino bastano circa 4-5 soffiate. La piccola pompetta, venduta assieme al materassino, serve per dare un ultimo aggiustamento fino alla pressione desiderata.

Per ridurre al massimo il peso e l’ingombro basta togliere gli accessori e tenere solo il materassino, che con i suoi 230 grammi circa, quasi non si sente.

L’Inertia XFrame gonfiato. Il suo strano aspetto, in realtà, non influisce sul comfort. E’ infatti un materassino molto comodo e pratico.

Il materiale usato, 30D Ripstop per la parte superiore e 75D per quella a contatto col terreno, lo rendono un materassino davvero robusto.

Il materassino è dotato di due valvole. La prima, di colore nero, è quella da usare per gonfiarlo nella maniera classica mentre la seconda, di colore grigio, ha l’incastro per poterci inserire la pompetta.

Raven Concealment Phantom Holster

Raven Concealment Systems è una delle ditte più rinomate nel mercato degli accessori per armi da fuoco. Le loro fondine per porto occulto sono tra le migliori al mondo. In questa pagina presentiamo la recensione della fondina Phantom Modular Holster, uno degli articoli maggiormente venduti nel catalogo della ditta statunitense. Il modello nelle foto è quello per la Beretta M9 (perfetto anche per la Beretta 92/96 e 98FS).

La Phantom Modular Holster “avvolge” la pistola dalla camera di espulsione fino all’estremità della canna. Il suo profilo è molto sottile, aggiunge uno spessore davvero minimo alla misura dell’arma rendendola perfetta per il porto occulto.

Sul lato interno della fondina si possono vedere i due anelli  per la cintura, che distribuiscono il peso dell’arma su una superficie ampia.
Per facilitare l’estrazione e il reinserimento della pistola, e per proteggere il corpo dell’utilizzatore, la parte in Kydex è stata estesa su tutto il fianco.

L’inclinazione standard di questa fondina è di 10°, può essere ordinata anche con una inclinazione maggiore (15°) oppure verticale.

La fondina viene venduta di serie con due passanti per cinture da 1,5″. Può essere indossata normalmente sul fianco oppure, tramite due anelli opzionali, trasformata in una IWB, cioè una fondina che viene portata all’interno dei pantaloni. Questa versatiilità la rende adatta ad essere portata durante tutto l’anno , indipendentemente dal tipo di abbigliamento scelto.

Qui sotto due foto che mostrano come la Phantom Modular Holster resti molto vicina al corpo, in maniera molto comoda e senza rivelare la sua presenza.

MIAMobi SilentPocket

I moderni smartphone sono degli accessori davvero incredibili. Con una connessione a internet  e sfruttando il gps interno possiamo sapere in ogni momento dove siamo, la direzione e la distanza da un punto in cui vogliamo arrivare. Ma possiamo anche sapere dove si trova un nostro amico, tramite comode applicazioni, o curiosando sui social network come facebook. In maniera molto semplice e automatizzata siamo in grado di vedere, con precisione e su una mappa, la posizione di qualcuno che ha postato una foto o un commento.
Queste potenzionalità, però, possono anche ritorcersi contro di noi nel momento in cui abbiamo bisogno di difendere la nostra privacy o di non far sapere al nemico dove ci troviamo, se siamo in zona di operazioni. Un telefono, in maniera più sofisiticata, può essere rintracciato anche da spento, se ha la batteria inserita.
Proprio per questo alcuni team, quando si trovano in zone “calde”, sono soliti spegnere i cellulari e togliere le batterie, in modo da eliminare del tutto la possibilità di essere individuati tramite questi strumenti. Alcuni smartphone, però, come ad esempio gli Iphone, hanno la batteria integrata e non è possibile toglierla.
I prodotti della MIAmobi, una ditta statunitense, possono risolvere in maniera molto efficace e con una spesa contenuta questo problema.
Nelle foto qui sotto, infatti, si può vedere la Silentpocket, uno dei loro articoli, pensata proprio per schermare qualsiasi segnale (trasmissioni e ricezioni di telefonate o sms e blocco totale del segnale GPS) di un telefono messo all’interno.
La Silentpocket è una piccola tasca in pelle tessuta internamente con un materiale speciale. La chiusura è magnetica, immediata e comoda da usare. Il telefono, una volta messo all’interno, sarà completamente isolato da qualsiasi segnale e riprenderà a funzionare normalmente appena tolto dalla tasca.
Un piccolo accessorio molto utile e da non sottovalutare!

Sniper Veil

Lo “Sniper Veil”, una sorta di sciarpa a rete di dimensioni variabili, è uno degli accessori più utili ma spesso sottovalutati.
Lo si trova facilmente in commercio,  ce ne sono di svariati modelli che si differenziano per misure (dai più piccoli che coprono la testa fino ad arrivare a quelli più grandi che possono coprire tutto il corpo), materiali e colori (verde, tan o diversi pattern mimetici).
Lo sniper veil occupa poco spazio perchè si comprime facilmente, ma è davvero versatile: si può usarlo per mimetizzare la testa e le spalle cammuffando la tipica sagoma del corpo umano, nascondere la sagoma dell’arma o di uno spotting scope in un OP, usarlo disteso su una finestra per impedire che dall’esterno si riesca a vedere dentro alla stanza… le sue applicazioni sono davvero molte!
Qui sotto alcune foto, provenienti da diverse zone del mondo,  che mostrano come un semplice sniper veil possa fare davvero molto riguardo alla mimetizzazione personale. Tenetene conto quanto preparate il vostro equipaggiamento!

sniper veil

sniper veil

sniper veil

Geocaching

Molti di voi conosceranno il Geocaching, una sorta di caccia al tesoro in versione moderna e diffusa in tutto il mondo, che sfrutta i GPS per trovare contenitori nascosti per poi lasciare una firma nel logbook (un diario che registra i passaggi di tutti i geocachers che l’hanno trovata). In base alla dimensione del contenitore, che può variare da piccoli tubetti a scatole più grandi, si possono anche trovare piccoli oggetti da scambiare.
Le cache si differenziano sia per dimensione che per facilità di accesso (in base al tipo di terreno e al percorso da fare per raggiungerle) ma anche in base a come sono nascoste: alcune sono semplici e immediate da scoprire mentre altre sono ben nascoste e mimetizzate. Si trovano cache nascoste nelle città, nei boschi, nei posti più vari. Alcuni nascondigli sono davvero ingegnosi…

Sul sito ufficiale geocaching.com è stato recentemente pubblicato un video, che riporto qui sotto, dove il sergente Kent “Doc” Byrd, membro della Explosive Ordinance Disposal unit, racconta di come il geocaching lo ha aiutato più volte nel suo lavoro. Grazie al geocaching, spiega Byrd, si sviluppa attenzione ai dettagli, si guarda il mondo in maniera diversa, prestando maggior attenzione a dove si possono nascondere le cache.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=TbZ9SHclvh0&w=560&h=345]
Iniziare col geocaching è semplice, basta registrarsi nel sito geocaching.com, scegliere un posto, mettere le coordinate nel GPS e partire! Per chi usa l’Iphone è disponibile l’applicazione ufficiale, comoda perchè permette di vedere una lista di tutte le cache vicine al luogo in cui ci si trova, raggiungerle e registrare la visita, magari allegando una foto.
Che aspettate a partire? Buona caccia!

Foretrex Pouch by British Tactical

I GPS Foretrex prodotti dalla Garmin sono molto diffusi per via delle loro caratteristiche: dimensioni contenute, funzioni utili in diverse situazioni come l’altimetro, la bussola elettronica e le funzioni per lanci HAHO e HALO.
British Tactical ha nel suo catalogo un accessorio pensato proprio per gli utilizzatori di questi GPS, una piccola tasca che lo protegge da sporco, polvere e pioggia. Il costo è contenuto, è un piccolo investimento che consiglio.

La Foretrex Pouch della British Tactical, oltre che proteggere il GPS, evita riflessi indesiderati che potrebbero compromettere la posizione di un tiratore scelto. E’ disponibile in colorazione DPM o Multicam. La striscia elastica, robusta e chiudibile tramite velcro, si può assicurare al vest, al calcio di un M4 o fissarla al polso. In quest’utlimo caso, essendo elastica, si può sfilare senza per forza dover aprire il velcro.

Una piccola finestra trasparente, sotto alla parte che copre lo schermo, torna utile per metterci un foglietto con, ad esempio, delle coordinate o altri appunti utili ai fini della missione.

Tutti i pulsanti del GPS sono facilmente accessibili aprendo la parte superiore. Questa può essere piegata e tenuta in posizione aperta fissandola al piccolo quadrato di velcro visibile nella foto.

Particolare del sistema di inserimento del Foretrex all’interno della tasca.

Recon Ghillie by UK Sniper Systems

Recon Ghillie Suit

UK Sniper Systems è una ditta inglese che commercializza una ghillie suit molto interessante.
Leggera, modulare e versatile, è composta da tre parti principali: testa, spalle e schiena, che possono essere staccate e usate anche indipendentemente l’una dall’altra. Per facilitare il trasporto si possono riporre nelle apposite sacche in maniera da occupare poco spazio.

La parte che va a coprire la testa nasconde efficacemente anche la nuca.
Indossarla è molto semplice anche avendo un elmetto o un boonie hat: la chiusura, infatti, è elastica. Nella foto si possono notare le asolete in paracord per poterla fissare al coprispalle.

La parte posteriore, che copre la schiena, rende il modello Recon una ghillie quasi completa, perchè con testa e spalle riesce a mimetizzare metà corpo. Lascia però libere le gambe (è un punto a favore per la libertà di movimento). Si fissa al coprispalle tramite paracord.
Questa parte della ghillie può anche essere usata per nascondere parte dell’equipaggiamento o per migliorare un OP, per mimetizzare l’arma, come telo sul quale smontarla… E’ davvero una parte con molti usi!

Il coprispalle, assieme al cappello, è una delle due parti della Recon Ghillie più importanti perchè vanno a “rompere” la tipica sagoma del corpo umano, facilmente riconoscibile. Si indossa facilmente e si chiude sul davanti con delle clip in plastica.

L’efficacia del mimetismo di questa ghillie è visibile in questa foto: la parte che va a coprire la testa è appoggiata su un prato con erba bassa e non è semplice distinguerla, tende a diventare un tutt’uno con lo sfondo. Provate a immaginarla in un bosco o con una vegetazione più fitta!
L’idea di partenza della UK Sniper Systems (idea giusta ed azzeccata) è stata quella di partire con una base chiara e scurirla leggermente ma senza esagerare. Uno sniper può sempre aggiungere vegetazione locale e scurirla a seconda delle necessità ma sul campo è difficile, se non impossibile, schiarire una ghillie!